lunedì 10 dicembre 2007

Link dal mondo.....

Link dal mondo.....

(raccogliamo i siti che ci sembrano più interessanti, molti aimè in inglese, ci fanno piacere eventuali segnalazioni)

www.balletcompanies.com: una Directory con le maggiori compagnie del mondo
Artslynx: un grande portale di ricerca artistica: da visitare!
danceeurope: la rivista di danza europea più famosa, ora anche on line!

Francia

Ladanse.com, un gigantesco data base si siti di danza da tutto il mondo, vedere per credere...
Opera di Parigi: uno dei maggiori teatri del mondo
Scuola dell'Opera di Parigi: senz'altro una delle migliori scuole del mondo!
Centro di danza di Cannes: grande scuola fondata da Rossella Hightower, famosa per i suoi corsi estivi
Passion pour le ballet: un sito semplice ma pieno do contenuti, da visitare!

Svizzera

Prix de Lausanne: il sito del prestigioso concorso internazionale per giovani danzatori
Dansesuisse: per saperne di più sulla danza in Svizzera
Ecole de Danse de Genève (www.ecolededansedegeneve.com)

Germania

www.ballet-ballett.com: sito tedesco sul balletto, con traduzione in inglese, notizie utili, molti link

Nigeria

www.nigeria-arts.net: sito nigeriano sulla danza e sull'arte in genere
Spagna
http://www.danzaballet.com: ricco portale della danza spagnolo
www.scaena.net: sito della scuola di danza di Madrid diretta da Carmen Roche
Derida dance: interessante compagnia multietnica con sede nel sud della Spagna

Usa

Un sito assolutamente esilerante quello dei Trocadero di Montecarlo: www.trockadero.org
Il sito di uno dei più importanti giornali di danza: www.dancemagazine.com
Volete divertirvi con la ballerina elettronica? Cliccate su The Electric Ballerina
Il sito del New York city ballet contiene le novità della compagnia e anche alcune notizie storiche sui balletti di Balanchine
Merce Cunningham dance Company: notizie sulla compagnia e la scuola
San Francisco ballet
American ballet
Nevada ballet
Dizionario del balletto: molto ben fatto, in inglese!
www.answers4dancers.com: un sito molto americano su audizioni e video
www.danceusa.org: organizzazione per il supporto della danza negli stati uniti
www.voiceofdance.org: un pò di tutto sulla danza americana, tante pubblicità ma anche tante informazioni
http://www.ballerinagallery.com/: elenco delle più famose ballerine
http://www.dancersrendezvous.com: un luogo dove poter incontrare e rincontrare danzatori di ogni genere, del passato e del presente.


Irlanda
www.choreagraph.net: finalmente un forum veramente interessante sulla danza

Regno unito

Royal ballet school: sito di una delle scuole di danza più famose del mondo
www.dancebooks.co.uk :sito inglese dove potete trovare libri, video e cd sulla danza
Ballet talk: un forum per gli amanti del balletto (in inglese!)
www.article19.co.uk: un sito fatto veramente bene, con articoli profondi anche troppo intellettuali....buono il forum per le audizioni
Le 4 scuole di danza contemporanea più celebri in Inghiliterra
Laban center: http://www.laban.org/
Northern scholl of contemporary dance: http://www.nscd.ac.uk/
Scottish school of contemporary dance: http://www.dundeecoll.ac.uk/
The place: http://www.theplace.org.uk/

Altre


Royal academy of dance: sito della famosa accademia inglese, meglio consultarlo visto che la rappresentante italiana è quanto mai discutibile...!
Basement Dance Studio: una scuola che offre un grande quantità di lezioni, sia a scopo amatoriale che prfessionale
Benesh Institute: il centro internazionale per la notazione Benesh : (www.benesh.org)
Clare Novaes Ballet School: una scuola che offre classi secondo il metodo della Royal Academy of Dance
Council for Dance Training & Education
Dance Direction: studio di danza che segue metodo Cecchetti, ISTD Classi per adulti (www.dancedirection.co.uk)
English National Ballet School Scuola dell'English National Ballet
Nonsuch: studio di danza con molte possibilità di lezioni

Danceability-Arte senza limiti

Cos'è la "DANCEABILITY"

Descrizione:

La "DanceAbility" è una tecnica di danza praticata da persone abili e disabili.

Utilizza i principi di base della “Contact Improvisation” una tecnica di danza accessibile a tutti senza limiti di età o fisici, in cui viene sottolineato il piacere di muoversi e di danzare insieme in modo spontaneo.

La danza si sviluppa tra le persone attraverso un dialogo fisico in cui sono coinvolti tutti i sensi. Nella Contact Improvisation i partecipanti improvvisano e danzano cercando di essere sempre concentrati sul momento e permettendo un fluire continuo delle energie.

E’ nata nei primi anni Settanta negli Stati Uniti come ricerca di nuove tecniche di movimento e di comunicazione possibile attraverso il contatto, il trasferimento di peso e l’ascolto.

Essa ha attinto il suo sviluppo anche da altre discipline: Aikido, Tai Chi, meditazione, ginnastiche e danza.

La DanceAbility si è sviluppata negli Stati Uniti dall’impulso di Alito Alessi, danzatore e coreografo, direttore della Joint Forces Dance Company di Eugene-Oregon USA. www.danceability.com

Nella DanceAbility si riscoprono sia la gravità, che è la base di questa danza, come terreno comune per muoversi con la comunicazione spontanea attraverso il contatto per fare nuove e diverse esperienze di danza da soli o con un'altra persona, andando oltre i limiti a cui si è abituati. L’improvvisazione è la strada attraverso cui si sviluppa questa danza: non c’è una sequenza fissata, una coreografia vera e propria, ma ciascuno realizza una danza ogni volta diversa, da solo o più spesso con altre persone attraverso una serie di soluzioni concatenate e personalizzate in modo spontaneo e libero con o senza sottofondo musicale.

Attraverso questa danza:

Ø Si stimolano le persone a scoprire e risvegliare tutte le parti del corpo e a utilizzarle ristabilendo un più profondo contatto con se stessi e con gli altri.

Ø Viene risvegliata l’armonia innata di cui ognuno è dotato, persa spesso a causa di timori, timidezze o per scarso esercizio.

Ø Si riscopre la possibilità di poter toccare, avvicinarsi all’altro con rispetto e fiducia, senza timori di rifiuti.

Ø Aumenta e rafforza la fiducia negli altri e in se stessi.

La DanceAbility serve ad aumentare la propria disponibilità anche nella vita di tutti i giorni, a raggiungere un compromesso accettabile tra due posizioni opposte, a dare e ricevere, ad imparare e ad insegnare, a fidarsi degli altri, ad aumentare l’apertura mentale.

Caratteristiche innovative e distintive:

Ø Sviluppare un processo di lavoro dove persone disabili, abili e provenienti da diverse culture si incontrino per una esplorazione artistica.

Ø Aiutare ad esplorare e sradicare concetti erronei o pregiudizi tra persone con e senza disabilità, e coltivare la diversità artistica e culturale attraverso lo spettacolo, la comunicazione e l’educazione.

Ø Creare comunità che includano tutte le persone indipendentemente da diversità o provenienza.

Modalità del corso:

Gli incontri avranno date e orari da concordare in una palestra o spazio accessibile di almeno 150 mq.

Il lavoro richiede un tipo di approccio lento, graduale e continuativo, per questo gli appuntamenti sono preferibilmente di 3/5 ore diluite da brevi intervalli.

Visionate i video di dance ability a questi indirizzi:

Performance del 2006 con Roberto Lun a Vicenza:
Performance del 2005 con Alito Alessi a Schio-Vi

La psicologa risponde

Pubblichiamo la prima lettera di una rubrica mensile che avrà come tema le Vostre problematiche. Vi invitiamo pertanto a scriverci - vi aiuteremo ad affrontare la vostra carriera in modo più sereno.
Scrivete a danzaclassica@danzaclassica.net

Preoccupazioni di un padre

Sono un padre, che ha visto sua figlia lasciare il "nido genovese" all'età di 14 anni, perché solo a Roma (all'ACCADEMIA NAZ. di DANZA) c'era il compimento della sua vita; o.k. mi sono detto (in cuor mio) le passerà. S'é diplomata ed ora, avendo vinto una "bosa di studio" é alla LABAN a Londra.

Mio Dio é proprio brava! Ma il mio terrore primigeno resta, anzi é sempre più grande e maligno; mi rode nella testa ed ogni notte (come oggi che che non potendone più cerco uno sfogo in questa e-mail). Continuo a chiedermi se mai le daranno la possibilità di dimostrare quanto é brava o continuerà ad inseguire una chimera, che non solo non non si farà prendere, ma che pian-piano la consumerà, portandola a cedere. Che succederà quando non potrò più aiutarla? Il compenso a tutti questi sacrifici sarà quello di lavorare come sguattera in un ristorante londinese (come sta facendo ora per rendersi economicamente un po' più indipendente) o, nella migliore delle ipotesi, andare in giro per il mondo "come un pacco postale", senza farsi una casa...una famiglia. Sono veramente disperato e di una disperazione ovviamente celata nel profondo perché non voglio ferirla con i miei dubbi e le mie paure.

Ho bisogno di conforto.

E’ difficile accettare che figli crescano, ai nostri occhi sono dei cuccioli da proteggere.

Le preoccupazioni per il futuro dei figli sono legittime soprattutto quando scelgono professioni dove il percorso da intraprendere non é lineare.

E’ giusto lasciare che i figli seguano le loro attitudini anche rischiando di commettere errori, oppure è meglio guidarli, indirizzandoli secondo la nostra esperienza?

Lei già da tempo ha lasciato sua figlia libera di scegliere. Dalla sua lettera sembra che la ragazza abbia buone possibilità per affermarsi: ha frequentato l’Accademia di Danza, ha vinto una borsa di studio. Sicuramente possiede delle buone qualità artistiche, anche di carattere sembra essere ben determinata. E’ riuscita ad allontanarsi dai suoi affetti proprio nel momento in cui cominciano a consolidarsi le amicizie con i coetanei.

Sarà felice? Nessuno potrà prevedere il futuro: potrà raggiungere il successo e non essere soddisfatta della sua vita o saprà cogliere i piccoli piaceri quotidiani svolgendo una professione diversa dalle sue aspettative.

Dalla sua lettera non emerge il tipo di rapporto che ha stabilito con sua figlia. C’è dialogo o il rapporto si limita a uno scambio formale di informazioni? La lontananza non consente di far vivere quotidianamente gli affetti, potrebbe però creare un forte legame evitando i contrasti e le discussioni di una convivenza quotidiana.

E’ importante per sua figlia sapere che può contare su una persona cara capace di ascoltare i suoi successi ma anche i suoi silenzi, senza aver paura di essere valutata.

Da come scrive appare che lei sia solo con i suoi pensieri a rimuginare sul destino di sua figlia, sembrerebbe che non condivida con nessuno le sue preoccupazioni.

Dietro la preoccupazione sul futuro di sua figlia può nascondersi la sua paura di rimanere solo e di confrontarsi con se stesso. In ogni separazione, vengono riattivate emozioni e pensieri che abbiamo già vissuto durante l’infanzia, quando ci siamo allontanati dai nostri genitori per la prima volta.

Questa situazione, per quanto sofferta, può diventare per lei un’occasione di crescita perché può aiutarla a riflettere sulle emozioni vissute in precedenti distacchi imparando a riconoscere quali emozioni appartengono al passato, e quali invece vengono attivate dall’esperienza vissuta in questo momento.

Buona fortuna.

Gabriella Graziano

Psicologa Psicoterapeuta

Il bisogno di andare "oltre"

Ho 29 anni e studio danza moderna da due e ho un grande GRANDE problema. L'anno scorso, quando ho cominciato, sono partita bene, mi vedevo progredire e migliorare. .Quest'anno trovo tantissime difficolta'. .
Quando ballo...aiuto! sono proprio di legno. Non riesco a sciogliermi, a essere morbida, a essere leggera. Nella mia mente io volo. Nella mia mente sono "grande" e sono bellissima. Poi,in sala, un disastro. Ogni volta peggio, ogni volta entro carica (o mi sembra di esserlo) ed esco avvilita. Provo un grande senso di impotenza, per qualcosa che e' in me e non riesco a tirare fuori. Trovo difficoltà' anche nel ricordarmi i passi appena montati. Se mi concentro sull'essere sciolta capita anche che sbaglio la tecnica. Se mi concentro sulla tecnica, mi irrigidisco. L'insegnante dice che e' una questione mentale, che ho le potenzialità' per fare cose grandiose ma che non mi impegno, non mi concentro, come se non me ne fregasse niente. E si arrabbia e ha ragione perché deve essere avvilente vedere allievi che continuano a sbagliare le stesse cose. Lo so che e' la mente che guida il corpo, i miei ostacoli sono lì. Ma invece di toglierli, sembrano sempre più grandi e più pesanti. E così divento pesante e rigida anch'io. Mi vedo e allo specchio e non mi piaccio. E tutto il mondo mi passa avanti.
Si può' imparare a essere sciolti e a lasciarsi andare ? Come si può' allenare la mente ? Riprendersi l'energia che si sta dissipando ? Riconquistare la stima in se'che poi e' la carica che ci fa muovere le montagne ?

Sonia (Latina)

La lettera rispecchia il lungo lavoro introspettivo che Sonia ha condotto per analizzare "il suo grande problema". Malgrado il desiderio e lo sforzo di modificare la situazione, Sonia rimane intrappolata dai suoi stessi pensieri. Vorrebbe essere più sciolta nei movimenti, ma la preoccupazione di migliorare ostacola la sua performance trasformando in tal modo le piccole difficoltà in problemi. Pur riconoscendo di aver ottenuto buoni risultati, Sonia non è soddisfatta, desidera superare il livello raggiunto. Ha delle aspettative elevate su ciò che potrebbe fare, confronta le sue prestazioni con un modello ideale che non tiene conto di alcune variabili: i pochi anni di allenamento e la minore elasticità conseguente all'età. Dovrebbe perciò puntare di più sulla creatività e sul lato artistico dei suoi movimenti più che su quello tecnico. Se cominciasse ad accettare i suoi limiti e ad apprezzare i risultati allontanerebbe la tensione e il suo rendimento artistico ne risentirebbe in modo positivo. Ma perché ha bisogno di andare oltre? Con che cosa ha bisogno di misurarsi?

A volte la piena espressione delle proprie potenzialità può essere ostacolata dalla paura dei cambiamenti che potrebbero verificarsi nella nuova situazione. Se la libellula spiccasse il volo quali cambiamenti apporterebbe alla sua vita?

Bisognerebbe pertanto capire se le insoddisfazioni di Sonia sono ristrette alla danza o è la danza a diventare il contenitore di altre delusioni. Per un'analisi completa occorrerebbe indagare anche altri aspetti della vita di Sonia e comprendere in che misura ella dà spazio agli aspetti socio-relazionali, affettivi, lavorativi e familiari importanti per uno sviluppo armonico e sereno della personalità.

Gabriella Graziano

Psicologa Psicoterapeuta

L'ansia per l'audizione

Sono Francesca, di Rovigo,ho 19 anni, l'anno scorso mi sono diplomata alla mia scuola di danza con il massimo dei voti, ricevendo complimenti dagli insegnanti e dai compagni. Da quel momento ho cominciato a fare audizioni convinta di trovare facilmente un ingaggio. Purtroppo malgrado il mio alto livello tecnico, riconosciuto da insegnanti di chiara fama, ho riscontrato che durante le audizioni mi sento bloccata e non riesco a rendere al massimo. Mi ritraggo invece di farmi avanti, mi sento estranea all'ambiente e avverto che il mio corpo non riesce a esprimersi pienamente. Mi invadono mille pensieri che mi tolgono la concentrazione. Gli altri mi sembrano più bravi, più degni di essere presi. Dopo l'audizione sono triste e svuotata. Ho paura che questi ripetuti fallimenti mi facciano lasciare la danza che invece amo tanto.

Francesca

Il problema di Francesca è molto frequente in tutti coloro che affrontano le audizioni o i primi colloqui di lavoro che diventano dei veri e propri esami da superare. Al momento di affrontare la prova sarebbe opportuno mettersi in gioco per superare la paura di non sentirsi all’altezza delle proprie ed altrui aspettative. Chi affronta un’audizione spesso si confronta con gli altri ritenendoli migliori, ingigantendo così le loro doti fisiche e sminuendo le proprie. Non bisognerebbe dare luogo a questi pensieri che comprimono ed immobilizzano la nostra espressività, ma dovremmo imparare a soffermare l'attenzione sui punti forza che sicuramente possediamo. Non è questo il momento per guardarci con occhio critico, rimandiamo la valutazione delle nostre capacità alle ore di studio. Molti ignorano che il disagio non dipende dall'audizione, ma dai pensieri negativi che si susseguono velocemente prima e durante la prova, impedendo di concentrarsi sull'esecuzione dei passi. Sarebbe opportuno che Francesca imparasse a lavorare su se stessa, affrontando con maggiore serenità qualunque tipo di prova. Per avere la possibilità di esprimersi al meglio dovrebbe imparare a spezzare questa catena di pensieri automatici mettendoli in discussione.

Ecco cosa fare:

Evitare di dare valutazioni assolute: la prova non è mai completamente negativa. Sicuramente ci sono dei momenti in cui la prova è stata soddisfacente.

Anche se la prova non è stata brillante, riconoscere che non è l'ultima occasione della propria carriera, ci saranno altre possibilità di esprimere il proprio talento.

Spostare la lente di ingrandimento della mente dai difetti alle qualità.

Liberarci dai pensieri negativi consente di fare una valutazione obiettiva dei motivi che hanno impedito il superamento dell'audizione: è questo il primo passo per poter affrontare le difficoltà. Il cambiamento richiederà impegno e tempo ma, è importante riconoscere i piccoli progressi con autogratificazioni che ci aiutano a continuare il nostro cammino e a modificare il comportamento.

Gabriella Graziano

Psicologa Psicoterapeuta

Un'amicizia incrinata

Conosco Rossella da quando frequentavo il primo corso della scuola di danza. La nostra amicizia è nata subito. Essendo molto simili anche fisicamente la nostra insegnante ci ha sempre creato delle coreografie a coppie, facendoci lavorare insieme. Insieme abbiamo frequentato stage all'estero, siamo andate in vacanza, non abbiamo avuto segreti l'una per l'altra. L'ho sempre considerato più di una sorella e ho sempre considerato la nostra amicizia indissolubile.

Tuttavia da qualche tempo la sento molto più scostante, a volte sembra quasi che mi eviti: quando la chiamo per uscire è sempre indaffarata, quando mi avvicino a lezione sembra che non mi ascolti e quando parliamo noto un atteggiamento fortemente critico nei miei confronti. Di fronte alla mia richiesta di chiarimenti si è sempre dimostrata evasiva. Ho cercato di darmi delle spiegazioni ma penso che tutto ciò sia dovuto a un episodio che risale a pochi mesi, fa quando andammo insieme a un'audizione per il musical "West side story" e mi scelsero per la parte di Maria mentre a lei diedero un ruolo secondario. Io ero felice che lavorassimo insieme, tuttavia non ho considerato che anche a lei sarebbe piaciuto avere quella parte, a cui peraltro era molto adatta.

E' possibile che una situazione lavorativa limitata nel tempo, possa oscurare un rapporto di amicizia di così lunga durata? Vorrei tanto fare qualcosa per recuperarlo.

Katia (Siena)

L’atteggiamento ostile di Rossella e i suoi attacchi indiretti esprimono uno stato di rabbia conseguente all’invidia verso l’amica.

Tale stato d'animo è frequente nei rapporti lavorativi: chi non ha mai provato almeno una volta quella sensazione così sgradevole di voler stare al posto della collega?

Per conservare integra la nostra autostima troviamo vari argomenti che giustifichino il successo dell'altro e il nostro fallimento.

Tendiamo ad attribuire il successo altrui alla fortuna o al comportamento alquanto discutibile dei nostri colleghi.

Vedere che l'altro ha raggiunto gli obiettivi che noi da tempo desideravamo, scatena rancore e rabbia, emozioni che interferiscono nella valutazione realistica della situazione.

Si ha difficoltà ad individuare i comportamenti positivi dell'altro e nello stesso tempo non riusciamo a prestare attenzione alle nostre disabilità. L'altro è la causa del nostro disagio, tendiamo a colpevolizzarlo perché riteniamo di aver subito la situazione.

Se riuscissimo invece a concentrarci sui nostri comportamenti da modificare e sulle abilità positive che possediamo non perderemmo tempo a preoccuparci dei successi degli altri.

Quando pensiamo che la persona che occupa il posto da noi tanto ambito è la nostra migliore amica, la ferita diventa più profonda perché si accavallano i pensieri sul successo lavorativo alle aspettative sull'amicizia.

Avremmo bisogno di esprimere la nostra rabbia apertamente alla persona cara che in altri momenti ci ha aiutata a contenere le nostre reazione emotive.

Ma come fare se adesso è lei la causa della nostra sofferenza?

Uno stato d'animo tranquillo e sereno può aiutarci a valutare in modo più realistico la situazione perché ci fa essere consapevoli delle disabilità.

Nei pochi momenti in cui l'amica sembra essere disponibile, Katia potrebbe cercare di parlare del disagio che prova sia nel cambiamento del loro rapporto sia nel ricoprire quel nuovo ruolo lavorativo.

Generalmente quando si parla del disagio che si prova in prima persona: "Io provo disagio da quando...", l'interlocutore è più ricettivo all'ascolto, non si sente attaccato e quindi non ha bisogno di attivare meccanismi di difesa per proteggersi.

Nonostante i vari tentativi per riprendere il contatto, può succedere che Rossella non desideri riprendere il rapporto, allora Katia dovrà modificare le sue aspettative sull'amicizia, non possiamo aspettarci che gli altri si comportino come noi vogliamo.

Gabriella Graziano

Psicologa Psicoterapeuta

Consigli utili L'elasticità

L'elasticità Sono una ragazza di vent'anni. Studio danza, sia classica che jazz da quando avevo sei anni. Ho sempre continuato regolarmente fino a sei anni fa nella stessa scuola, quando decisi di cambiare scuola per i brutti rapporti che si erano instaurati con la nuova insegnante. Ho provato un'altra scuola, ma per problemi di salute sono stata nuovamente costretta a interrompere l'attività. l'anno successivo ho frequentato un corso di funky, dopodichè per motivi scolastici ho nuovamente dovuto abbandonare la mia passione per troppo tempo, addirittura due anni. finalmente questi ultimi due anni sono riuscita a riprendere la danza, ma mi sono accorta che il problema che mi affligge è la schiena: quando sono a terra seduta con le gambe stese in avanti e provo a piegarmi col busto verso le gambe sento come il bacino bloccato, non lo sento ruotare, e questo mi comporta problemi anche in piedi alla seconda per l'apertura. Cosa posso fare? può aver inciso sulla mia condizione l'esser stata ferma per due anni, tenendo conto che per il resto va tutto bene? quali esercizi potrei eseguire per ottenere un miglioramento? grazie Giulia Carissima Giulia, sicuramente aver interrotto l’attività non ha giovato alla tua elasticità fisica, tuttavia sono del parere che è inutile piangere sul latte versato ma bisogna lavorare per cercare di migliorare. Il mio consigliò è di eseguire molto stretching,prima, durante e dopo la lezione. Ricordati di farlo usando la respirazione al fine di non bloccare il movimento e ottenere l’effetto contrario, anche quando esegui gli esercizi soprattutto alla sbarra, cerca di lavorare in allungamento. Se poi il problema persiste potresti provare a fare delle discipline parallele alla danza come lo yoga, il pilates, la girotonica che sicuramente aiutano il corpo del danzatore, sviluppandone al massimo le potenzialità. Piedi sanguinanti Faccio danza da dieci anni e ogni volta che metto le punte i miei piedi sanguinano. Cosa posso fare? Se pur coprendo i piedi con i cerotti e usando prodotti come il Mercuro Cromo, che aiuta a seccare più velocemente le ferite, avverti sempre lo stesso problema potresti provare a cambiare scarpe (magari quelle che usi non sono adatte al tuo piede), ad usare sempre un salva punta per proteggerti le dita e a frizionare i piedi con l'alcool. Posso però assicurarti che uno studio regolare e ben fatto della tecnica di punte, con una giusta impostazione di tutto il corpo, porta non solo a rinforzare le articolazioni ma a far si che dopo un "periodo di sangue" la pelle del piede si ispessisca sino a diventare resistente a qualsiasi pressione. Non riesco ad alzare le gambe Studio danza contemporanea con una lezione a settimana di danza classica.il mio problema è che non c'è verso di fare alzare la gamba,cioè pur essendo piuttosto sciolta,non riesco a tenere la gamba nemmeno a 90 gradi...c'è qualche esercizio specifico anche da fare quotidianamente per migliorare?grazie!! Francesca L'elevazione della gamba non dipende solo dalla scioltezza ma da un'impostazione globale che facilità i movimenti. La schiena è sicuramente la diretta interessata di questa azione, per poter permettersi alla tua gamba di elevarsi devi avere i muscoli della schiena molto forti,e la gamba di terra molto stabile. La parte relativa all'attaccatura della gamba, non deve avere nessuna tensione per permettere alla gamba di potersi muovere liberamente. E' indispensabile non alzare il fianco perché ciò impedisce non solo un'elevazione oggettivamente piacevole ma anche il movimento stesso. Un esercizio che puoi fare è "Gamba nella mano", porta la tua gamba alla seconda facendo attenzione di avere i fianchi paralleli al pavimento, cerca di sentire tutto il tuo corpo e specialmente la gamba di terra e la schiena e poi prova a staccare la gamba cercando di mantenere l'altezza. Ripeti questo esercizio sia in piedi che distesa per terra. In questo secondo caso potrei anche toccare l' attaccatura della tua gamba e percepire se ci sono eventuali tensioni e naturalmente eliminarle. Rotazione e plié Salve...faccio danza classica da 13anni e vorrei chiederle gentilmente delle informazioni e metodi specifici per migliorare la mia rotazione... Poi volevo chiederle come posso ampliare il mio demiplié...penso che non sia un fatto di rotazione o apertura ma piu' legato alla mia posizione del bacino...come posso fare? La rotazione delle anche, su cui si basa tutta la danza classica è un lavoro che richiede un impegno quotidiano. Non basta essere “aperti” ma bisogna sostenere l’endehors. Spesso capita di vedere gente perfettamente ruotata alla sbarra e poi debole al centro. Questo succede quando la rotazione viene dai piedi e non è sviluppata dalle anche. Ogni fisico ha una sua rotazione naturale , più che sforzarlo in una direzione innaturale bisogna cercare di riuscire al lavorare con la propria rotazione,cercando di sfruttarla al massimo . Poiché come sempre ripeto siamo un corpo unico, è indispensabile trovare la giusta connessione tra le parti del corpo e liberarci dalle tensioni. Non serve avere una quinta perfetta se poi siamo bloccati e non riusciamo a muoverci, né aver i piedi ruotati a 180 gradi ma il bacino in fuori e la schiena arcuata. Sicuramente ci sono dei metodi per favorire l’apertura: una buona sbarra a terra per esempio: o metodi che usano dei macchinari specifici come la “girotonica” o “pilates”. Tuttavia una buona sbarra, ricca di battments tondu alla seconda, passé ripetuti, con un lavoro in lunghezza per sciogliere le tensione, creare uno spazio tra le anche, è senz’altro un metodo efficace per raggiungere quello che cerchi. Per quanto riguarda il plié, dipende essenzialmente dal tendine d’achille, ma anche dalla capacità di rilassare la caviglia e le anche. Avere un bel plié profondo è un grande aiuto ma quello che serve è aver un plié attivo, in grado di spingere e dare la forza per sviluppare la tecnica. Pertanto è giusto sviluppare il plié cercando di allungare i tendini ma non dimenticare di curare il ritorno, che deve essere dinamico e attivo, sin dai primi esercizi alla sbarra. Ho troppo collo del piede..... Ho 13anni e ballo danza classica da quando ho8anni! ho un collo del piede che le mie amiche e la mia insegnante reputano da ballerina professionista....da1anno ho messo le punte e a causa del mio collo troppo sorgente e della debolezza della mia caviglia non riesco a salire bene sulle punte e a rimanerci a lungo! ho provato con le suolette di ferro,,,,ma niente! Il problema rimane e nel frattempo il mio gruppo va avanti con le lezioni e io rimango tragicamente indietro! ci sto troppo male!non voglio che il mio sogno di diventare ballerina classica si infranga così facilmente a causa del mio collo del piede! come posso risolvere questo problema?????C'è qualche esercizio specifico x rafforzare un pò la caviglia? Cara Serena, avere un collo del piede molto sviluppato è una dote meravigliosa e sicuramente il desiderio di tanti danzatori. Tuttavia le persone particolarmente dotate hanno bisogno di un lavoro particolare che permetta loro di rinforzarli e di non essere soprafatti dal loro fisico. La tecnica di punte è un lavoro che si impara e si costruisce nel tempo. Prima di tutto devi essere cosciente di una cosa fondamentale: non è con i piedi che vai sulle punte ma è tutto il tuo corpo e soprattutto il giusto assetto del bacino e della schiena che ti permette di “salire” sulle scarpette; controlla le tue gambe dal bacino, naturalmente tirandoti su al massimo e non dimenticare di tenere il basso ventre. Sei sei concentrata solo sui piedi, dimenticando tutto il resto è chiaro che tutto il peso del corpo graverà sul povero collo impedendoti di fare qualsiasi esercizio. Quando vai sulle punte è importante allungare le dita e la parte alta del collo del piede cercando di spingere il pavimento,di usare il terreno, ciò ti permetterà di avere un buon contatto con il terreno, una sensazione di controspinta e quindi un maggiore stabilità. Per rinforzare la caviglia, la cosa migliore da fare ( oltre a esercizi di flessione ed estensione, esercizi con la pallina per le dita) sono una lunga serie di battements tondu alla sbarra cercando di usare sempre il metatarso, il lavoro cioè di mezza punta e punta rendendo il piede flessibile e forte. Naturalmente ci vorrà del tempo, i “dotati” hanno bisogno di un lavoro su misura per loro, ma vedrai che se ti impegnarai con tenacia e dedizione i tuoi sforzi saranno premiati, il risultato è assicurato! Ho poco collo del piede..... Faccio danza da sei anni è sento che è la mia grande passione. Pur avendo un fisico abbastanza dotato (sono aperta, ho la schiena morbida, un buon salto) non ho collo del piede. Mi hanno detto che questo potrebbe essere un problema se volessi fare della danza la mia professione...è vero? Anna Maria (Pistoia) Cara Anna Maria, non si può certo negare che il collo del piede non sia una qualità invidiabile, tuttavia basta che poni lo sguardo su Carla Fracci e ti accorgerai che la grandezza di un'artista e la luminosità di una carriera non è certo determinata da questa dote fisica. L'importante non è quanto collo del piede si ha, ma come si lavora il piede. Il piede rappresenta l'estremità del corpo, se lo si lascia andare rende le linee sgradevoli , il corpo pesante e il salto e il giro poco attivi, al contrario se teso e ben lavorato non solo rende più bella la figura ma aiuta a sostenere tutto il corpo. E' quindi importante lavorarlo bene. Come fare? Iniziando sia dai primi esercizi alla sbarra, con un accurato lavoro di metatarso,che deve essere attivo sin dai prima battments tondus. Questo lavoro deve continuare per tutta la sbarra, anche negli esercizi in velocità (il che è più complesso), nei passaggi dalla quinta posizione al coup de pied e al passé , nelle uscite e nelle entrate dei grands battments. In centro questo lavoro aiuterà ad avere più spinta nelle pirouettes, nei salti, soprattutto nelle discesa, permettendo un maggior ammortizzamento, prevenendo perciò anche possibili traumi. Se poi usi le punte, ricordati di non schiacciare mai le dita ma di lavorare la parte alta del del collo del piede. Lavorando in questo modo, vedrai che il tuo piede subirà delle trasformazioni, i muscoli saranno in breve tempo più attivi, scoprirai un nuovo contatto con il pavimento e un nuovo approccio a tutti passi, nessuno dirà più che non hai collo del piede ma anzi, che sei dotata e lavori i piedi in modo straordinario. So che è un lavoro difficile, che impone molto disciplina, ma dà i suoi frutti e anche rapidamente, si tratta solo di lavorare sodo e sudare e i risultati sono assicurati! Pirouettes Sono una ragazza di 17 anni e ho incomincito a danzare all'età di quattro anni, ho sempre fatto danza classica,penso di avere una buona apertura e un bel collo del piede, credo di avere un problema nelle piruett perchè non riesco ad arrivare dritta...fisso il punto, spingo con il braccio, tengo teso il ginocchio, e gli addominali... non capisco cosa possa mancare... sapreste dirmelo? o darmi qualche consiglio ? grazie Non si può negare che il giro sia una dote naturale, ma sicuramente ci sono dei trucchi che sbriciolano la tecnica rendendola più semplice e accessibile, tutto si può fare basta sapere come. Se non riesci ad arrivare dritta nelle pirouettes si vede che la spinta che dai per girare non è incanalata nel modo giusto e c'è una parte del corpo in cui metti troppa forza o tensione e che ti trascina verso la parte dove cadi. La parte più importante di un passo è sempre la preparazione: prima di partire devi spingere bene il tallone della gamba di terra nel pavimento e quando dai la spinta per partire l'arrivo del passé deve essere immediato e senza indugi, ricorda di "salire" tantissimo sulla gamba di terra. La partenza della pirouette deve essere rapida e scattante, non si può pensare di girare lentamente (a meno che non si vogliano eseguire i giri "en plain air" tipici degli adagi)e anche l'arrivo deve essere determinato. La sensazione che devi avere è di raccogliere tutto in una forza perpendicolare al pavimento ma centrifuga e non aver paura di cadere! lasciati girare! Riassumendo, se non sei dritta è perché: -o dai troppa spinta e ti sbilanci -o sei troppo lenta e pertanto non riesci a terminare il giro - o non riesci a verticalizzare sufficientemente la tua gamba di terra (magari hai il bacino un po’ in fuori o ti sbilanci troppo con le braccia) Analizza bene il tuo corpo e sulla base di questi consigli cerca di individuare tu stessa il difetto in cui tendi a cadere, quando avrai scoperto il trucco girare sarà come bere un bicchiere d'acqua fresca! Le doti giuste Ho 15 anni,faccio danza classica da quando ne avevo 9 e,sebbene abbia intrapreso da 4 anni anche lo studio della danza moderna,il classico resta la mia più grande passione…quando eseguo dei balletti di danza classica,provo un’emozione indescrivibile sento invadermi da una scossa elettrica…vorrei fare della danza classica la mia professione,purtroppo ho delle carenze alle quali vorrei trovare rimedio…il mio problema più grave è l’en-dehors…inoltre non sono molto aperta,riesco a fare le spaccate ma le gambe,con il developpé si alzano poco più di 90°……sulle punte ho collo del piede mentre non riesco a vederlo quando tiro i piedi,con le mezze punte. Come posso fare per lavorarlo anche con le mezze??In compenso ho un equilibrio e dei giri formidabili:è solo un anno che studiamo le pirouettes e già ne faccio 3 consecutive……eseguo bene velocemente gli chainés in punta,i piquès anche a tempo… ho un buon salto a “trampolino” atterro leggermente senza il minimo rumore e salto molto…inoltre ho una grande capacità interpretativa…so di avere delle doti “maschili” e che la danza classica femminile si basa soprattutto su piedi e gambe ma scrivo per chiedere se i miei difetti possono essere lavorati e come o se comprometteranno la mia carriera di ballerina classica… le mie doti sono importanti quanto i piedi e l’apertura?è importante sentire qualcosa mentre si balla?i miei difetti sono gravi??i giri e l’equilibrio sono importanti???l Pensare che per essere danzatori classici è sufficiente avere collo del piede e tirare su le gambe è un concetto riduttivo. Le tue doti, giro e salto, sono doti forse ancor più importanti per una danzatrice, perché ti permettono di affrontare la grande tecnica. Pensa alle variazioni di repertorio di un balletto come Paquita: sono tutte basate su legazioni di salto e di giri. Tu hai la fortuna e l’intelligenza di aver capito già quali sono le tue doti e quali sono i tuoi difetti:lavora sui tuoi difetti ma nella misura in cui ti portano a evidenziare le tue doti brillanti. Non volere a forza alzare le gambe a 180 gradi, ma trova la tua linea, che potrebbe essere anche solo di 90 gradi purché pulita e gradevole a vedersi. Se hai un bel collo del piede sulle punte non c’è regione perché tu non ce l’abbia sulle mezze, lavora di più il metatarso e vedrai che il piede parlerà da solo. Insomma, quello che devi fare è sviluppare le doti non seguendo un modello astratto e ideale ma secondo le tue possibilità e secondo quello che è meglio per il tuo fisico. La danza prima ancora di essere passi è comunicazione, è arte e l’arte non è tecnica, ma qualcosa di profondo e misterioso che l’artista ha il potere di cogliere e trasmettere al pubblico. Il “sentire qualcosa” mentre si balla è il primo passo e la dote fondamentale per diventare artisti. Uomini sulle punte? Ho 19 anni mi sono avvicinato alla danza, due anni fa per caso,dopo un passato di atletica a livello agonistico, convinto da una amica che giudicava che avessi delle doti. Da allora la danza è diventato il mio mondo. La mattina lavoro con mio padre, la sera faccio il barista, ma tutti i pomeriggi sono attaccato alla sbarra. In effetti in poco tempo ho fatto tantissimi progressi, nessuno pensa che studio da così poco. Vado alla ricerca di tutti modi per migliorarmi e vorrei sapere se per un unomo è adatto ogni tanto studiare con le punte, magari fare qualche esercizio alla sbarra, può aiutare a sentire più i piedi e ad avere un assetto migliore? Carlo (Ancona) Caro Carlo, fa piacere sentire con quanto entusiasmo ti stai avvicinando alla danza e vai alla ricerca di tutti i segreti per migliorare. In effetti le scarpe da punta sono un ottimo strumento di lavoro anche per chi non deve necessariamente danzare il "Lago dei cigni". Fare qualche esercizio in punta ti aiuterà senz'altro ad avere una maggior coscienza dei piedi, a tirarti più su (sulle punte non puoi proprio sederti) e di conseguenza a sentire maggiormente il corpo. Fermo restando che la tecnica maschile è concentrata su i salti e sui giri, certamente le punte, in una fase di studio, possono essere un valido aiuto. Ti consiglio di scegliere un paio di punte adatte, non troppo dure e di eseguire all'inizio dei relevé e degli echappés. Più in avanti, se vorrai, potrai provare le pirouettes e i piqués, poi. se diventi particolarmente bravo, puoi fare un'audizione per i Trocadero di Montecarlo, una compagnia completamente costituita da uomini che esegue in modo ironico ma rigoroso i maggiori balletti classici! E ti assicuro che gli uomini hanno una tecnica di punte da far invidia alle nostre prime ballerine.... L'endheors Salve, ho 16 anni e faccio danza classica da 3 anni, il mio problema è: non riesco a tenere l' endheors nella quinta posizione........come posso fare? help! " Se vuoi ballare a lungo, non voltare troppo i piedi e tieni sempre il mignolo appoggiato", è una frase di Nurejev... Quando si parla di endheors bisogna capire che ci si riferisce a una rotazione delle anche. L'errore più comune è quello di cercare di ruotare le gambe partendo dai piedi: “se riesco ad aprire i piedi a 180 gradi, avrò una prima perfetta e sarò endheors”. Non è assolutamente vero, uno sforzo eccessivo dei piedi può infatti compromettere l'articolazione della caviglia e quella del ginocchio. Quello che bisogna cercare è il proprio endheors che per ognuno è diverso, l'attenzione va rivolta al collo del femore , all'attaccatura della gamba con il bacino, è lì che si svolge tutto il lavoro di endheros, i piedi non sono che una conseguenza di questa "ricerca". Il problema non va circoscritto alla quinta posizione, ma a tutto un lavoro che comincia dalla prima, si sviluppa, con i primi tendu, nei demipliés,etc, la quinta è un punto d'arrivo in cui si ha la possibilità di sentire il bacino, le anche ben piazzate e le gambe incrociate tra loro che spingono il pavimento. Capisco benissimo che è una posizione difficile, ma è inutile cercare di chiudere le quinte allo spasimo se non c'è un lavoro di costruzione della rotazione della gamba. Lavorando la quinta partendo dalle anche e allungando la parte superiore, alleggerirai il tuo bacino e l'endheors non sarà più una costrizione ma diventerà un punto di forza attraverso il quale sviluppare la tecnica . I salti: il mio problema! Ho studiato danza classica per 7 anni in maniera approfondita. Ho sospeso gli studi a circa 15 anni. Ho ripreso dopo 11 anni di completa inattività. Naturalmente per piacere personale, ma alla ricerca di un continuo miglioramento. Il mio problema è nei salti. Specialmente eseguire i quatre o i six mi riesce molto difficile e poco naturale. Vorrei trovare il metodo giusto per saltare ed incrociare bene i piedi per rendere il salto il più bello possibile. Cosa mi consigliate? Alfio Tutti sanno saltare… ma la cosa più difficile è atterrare. La base del salto è: il momento della partenza e quello dell’arrivo. Migliore è l’impostazione, vale a dire un corretto pliè con le ginocchia bene endheors, la schiena mai rilasciata in avanti ma ben sostenuta, i piedi ben pronti a spingere il pavimento, migliore sarà il salto. Soprattutto per le batterie è necessario sviluppare un lavoro di velocità e cercare di battere non i piedi ma l’interno delle cosce. Per questo le quinte, sin dalla sbarra devono essere ben incrociate e l’endheors lavorato al massimo. Chiaramente tutte queste cose si ottengono con il tempo e con un continuo esercizio, cura pertanto bene i tuoi atterraggi e vedrai che da essi avrai la spinta per eseguire dei salti leggeri e gradevoli. L'età giusta Sono una ragazzina d 12 anni e studio tecnica classica da 2. Vorrei sapere: ho iniziato troppo tardi? Il fatto è che mia madre non ha mai voluto iscrivermi e l'ho convinta solo 2 anni fa. Il mio sogno è quello di andare in qualche prestigiosa scuola di danza ma io abito a Caltanissetta e di conseguenza non ho nessuna scuola vicina, io vorrei andare alla Scala o all'Opera, ma mi rendo conto che è veramente lontanissimo da me. Vorrei sapere anche di solito a che età si possono prendere le punte? Io, avendo 12 anni e facendo il 1°corso, quando le prenderei? Francesca

Cara Francesca, 10 anni è l'età giusta per iniziare a studiare balletto. La cosa importante è naturalamente seguire un insegnanti che ti prepari in modo adeguato. Capisco che il sogno di molte giovani danzatrici sia entrare in una scuola prestigiosa ma capisco anche che molte mamme non si sentano di "spedire " le proprie figlie in una città lontana. Credo comunque che anche nella tua ragione ci siano insegnanti preparati, per cui fugato il dubbio che tu sia troppo grande, il mio consiglio è di studiare tutti i giorni con un bravo insegnante. Se sarai costante e volenterosa, avrai tempo per volare lontantano! Per quanto riguarda le punte, il tuo fisico deve essere preparato, di solito si cominciano a mettere verso il terzo corso,quando cioè comincia a delinearsi una certa impostazione.

Consigli utili

sabato 8 dicembre 2007

DIZIONARIO DELLA DANZA CLASSICA


A | B | C | D | E | F | G | H | I | L | M | N | O | P | Q | R | S | T | U | V | Z


A


| Adagio

Serie di esercizi che si eseguono all'inizio di una lezione di danza per lo studio della linea, dell'equilibrio e della fluidità.

| Aplomb
Controllo del corpo con il peso distribuito rispetto ad un asse immaginario che attraversa il corpo dalla testa al piede di sostegno.

| Arrière (en)
Indietro rispetto alla direzione del danzatore nello spazio.

| Asse
Linea immaginaria che passa esattamente per il centro del corpo.
E' il riferimento costante per la distribuzione del peso ed il controllo dell'equilibrio del danzatore.

| Assolo
Danza creata per un danzatore solo.

| Avant (en)
In avanti rispetto alla direzione del danzatore nello spazio.

Lettera B


| Balance
Termine usato per indicare l'equilibrio del danzatore.

| Ballabile
Termine usato per indicare danze eseguite da un gruppo o da un corpo di ballo senza la presenza dei solisti.

| Ballet Blanc
E' una forma coreografica del balletto romantico, definita così dal colore bianco dei tutù indossati dalle ballerine e dalla loro funzione di accompagnamento dei passi e dei movimenti della protagonista.

| Ballet d'Action
Genere di cui fu fautore Jean-Jacques Noverre, nel XVIII secolo, con Franz Hilverding e Gasparo Angioini. Consiste in una perfetta integrazione tra libretto, musica, coreografia e scenografia.

| Ballet de Cour
E' la prima manifestazione di balletto autonoma. Nacque in Francia seguendo il modello degli spettacoli di corte italiani del Quattrocento e del Cinquecento ed ebbe una fortuna tale da perdurare sino al Seicento. Consiste in un prologo cantato, nel quale viene raccontato l'argomento dello spettacolo,in un certo numero di entrée (balletti ma anche pantomime, intermezzi corali, carri allegorici) e si conclude con un grand ballet.

| Balletto Moderno
La definizione viene utilizzata per uno spettacolo di balletto che non si basa solo sul linguaggio accademico ma che apporta delle novità.

| Balletto Neo Classico
Un genere di balletto che si affermò in Francia a metà degli anni venti. E' così definito perchè rinnova il linguaggio di tradizione del balletto classico senza prescinderne.

| Balletto Sinfonico
Termine adottato negli anni Trenta quando il coreografo Léonide Massine presentò i suoi primi balletti su musica sinfonica.

| Bandeaux (à)
Acconciatura dei capelli raccolta che copre le orecchie della ballerina. Fu introdotta nella Sylphide da Maria Taglioni.

Lettera C


| Coda
Parte finale di un pas de deux che comprende l'esibizione di entrambi i ballerini.

| Coreografia
Termine composto dai vocaboli greci khoreía e grápho che significano danza e scrivere. In origine indicava la notazione della danza ma dal XVIII secolo prese il significato dell'arte di comporre balletti e danze nelle loro successioni di passi, figurazioni e movimenti.

| Corpo di Ballo
In origine indicava l'intero numero dei ballerini componenti di una compagnia; oggi designa il gruppo dei ballerini di fila senza i solisti ed i primi ballerini.

| Csàrdas
Danza ungherese divisa in due parti:
una lenta in circolo (Lassu) ed una vivace a coppie (Friss).
Si eseguono giri, salti, colpi di speroni ed i piedi vengono girati in dentro ed in avanti.

Lettera D


| Danse d'École
Termine usato per indicare lo stile accademico del balletto classico.

| Danseur Noble
Il danzatore così definito per bellezza ed eleganza con caratteristiche adatte per interpretare ruoli di principe o ruoli nobili.

| Dedans (en)
Opposto all'en dehors, indica movimenti di rotazione in dentro delle gambe, delle braccia e dell'intero corpo (intrarotazione) rispetto ai punti di riferimento prescelti nello spazio.

| Dehors (en)
Opposto all'en dedans, indica movimenti di rotazione in fuori delle gambe, delle braccia e dell'intero corpo (extrarotazione).

| Divertissement
E' una sorta di intermezzo, composto da parti danzate e cantate, che comparve tra il XVII ed il XVIII secolo in molte commedie teatrali. Nel balletto tardo ottocentesco è una serie di danze (assolo o ensembles) generalmente collocate alla fine del terzo atto.

Lettera E


| Ensemble
Insieme di più ballerini.

| Entrée
Indica l'entrata in scena di un danzatore o di un gruppo di danzatori, l'ingresso di ogni singolo numero di un divertissement e, nel pas de deux, l'entrata dei due interpreti.

| Etoile
E' il titolo più alto nella gerarchia di un corpo di ballo dato ad alcuni primi ballerini o ballerine per indicare il loro superiore livello professionale.

Lettera F


| Face (en)
Il corpo mantiene la posizione frontale rispetto al pubblico.

Lettera G


| Galop
Brillante danza in tondo in tempo di 2/4, in voga dal 1820 agli inizi del 1900, che si diffuse ad inizio del XIX secolo dall'originaria Germania del Nord in Francia ed in Inghilterra (come parte finale della quadriglia). Una sua variante è il cancan.

| Gavotte
Danza popolare francese, in tempo di 4/4, che pare prenda il nome dai Gavots, abitanti del paese di Gap. Nel Seicento era la danza di corte e fu spesso impiegata dal musicista Lully nelle musiche per balletto. Inserita, in genere dopo la sarabanda, nella suite, divenne nel XVIII secolo una danza dai passi sempre più complicati tali da essere eseguita correttamente solo da ballerini professionisti.

| Giga
Significa "danzare" e deriva dal termine inglese antico "jig". E' una danza vivace in 6/8 e 12/8, introdotta a corte nel periodo elisabettiano ed, in seguito, nel resto d'Europa con Luigi XIV.

Lettera H


| Habanera
Lenta danza cubana in tempo di 2/4 somigliante al tango. Di probabile origine africana, si diffuse dall'Avana in Spagna nel XIX secolo divenendo molto popolare.

| Holubieck
Termine della danza popolare che indica un passo girato.

Lettera I


Nessun termine presente

Lettera L


Nessun termine presente

Lettera M


| Maìtre de Ballet
Anticamente detto maître à danser, indica il responsabile tecnico e del livello di esecuzione dei danzatori di una compagnia e colui che dirige la "Classe". e conduce le prove dei balletti.

| Mazurka
Danza di origine polacca, di andamento moderato in tre tempi, che apparve per la prima volta nel XVI secolo. Si tratta di una danza con passi pesanti, talloni battuti e con l'esecuzione del passo girato (holubieck).

| Mimo
E' l'artista che racconta una storia, descrive un fatto, esprime uno stato d'animo senza far ricorso alle parole.

| Minuetto
Danza popolare francese i3/4 originaria del Poitou, fu introdotta dal compositore Lully, alla corte dei Luigi XVI, dove finì per sostituire i precedenti stili di danza (corrente, pavana) e nel balletto del XVII secolo. Diffusissima in Europa con le sue figurazioni rigorosamente geometriche, unite tuttavia a riverenze ed inchini cerimoniose, divenne la danza degli aristocratici prima della Rivoluzione francese.

| Mudra
Termine della danza orientale che indica il gesto fisico, in particolare delle mani, e che pone l'accento sull'atto rituale o sulla parola mantrica.

Lettera N


Nessun termine presente

Lettera O


| Ouverture
Termine musicale che indica una composizione con funzioni introduttive che si esegue ad inizio di brani musicali.


Lettera P


| Pantomima
Termine composto dai vocaboli greci panto e mimesis (imitazione di tutto)che indica ogni specie di azione scenica teatrale e senza parole a volte anche accompagnata dalla musica.

| Polka
Danza popolare boema che si diffuse nel XIX secolo nelle sale da ballo europeo come danza in cerchio in tempo di 2/4.

| Punte e Mezze Punte
Le scarpette da punta sono appropriate scarpette rinforzate per mettere alla danzatrice di porsi in un relevé totale salendo con tutto il peso sulle dita dei piedi. Le mezzepunte sono scarpette da ballo usate comunemente per lo studio e per l'esecuzione di coreografie che non prevedono l'uso delle punte.

Lettera Q


| Quadriglia
Controdanza francese del XVIII e XIX secolo, eseguita da 4 (o multipli di 4) coppie di danzatori collocati di fronte o in quadrato.
Si diffuse nel periodo napoleonico per poi essere soppiantata dalla polka.

Lettera R


Nessun termine presente

Lettera S


| Sirtaki
Canto e danza popolare greca particolarmente diffusi nell'isola di Creta.

| Suite
Termine musicale che indica una composizione strumentale costituita da un susseguirsi di vari brani aventi denominazioni e caratteri di danze stilizzate.

Lettera T


| Trepak
Danza popolare dell'Ucraina in tempo di 2/4 eseguita da uomini che prevede passi accovacciati e spaccate.

| Tutù
Indica una gonna di tulle a più strati sormontata da un corpino. Nel balletto romantico il tutù ha una lunghezza che va dal ginocchio alla caviglia; nel balletto tardo romantico è invece molto più corto e raggiunge al massimo il ginocchio. La gonna può essere anche piatta ed orizzontale restando rigida all'altezza della vita.

Lettera U


Nessun termine presente

Lettera V


| Valzer
Danza in ritmo ternario diffusasi verso la fine del Settecento in Austria ed in Germania meridionale.

Lettera Z


Nessun termine presente

Parzialmente tratto dal "Glossario" a cura di Marinella Guatterini e Davide Montagna dal volume "ABC del balletto" di Marinella Guatterini (Guide pratiche Mondadori - Milano 1998)